Caro Luciano,
potrebbe sembrare strano ma, quello che emerge con prepotenza dallo scorrere i vari momenti degli anni trascorsi insieme è la tua anima, i tuoi sentimenti. Tu che eri un’esplosione di energia, di forza e di coraggio, che senza problemi ti confrontavi con i giovani, anche nell’area bulder della sezione, che qualsiasi lavoro ci fosse da fare eri il primo e il più assiduo e pronto, tu che chiunque avesse bisogno eri pronto a fare, che con rassegnata generosità hai continuato a lavorare per aiutare la famiglia, quello che trasmettevi era spirito, entusiasmo, allegria, affetto.
Con struggimento ricordiamo con quanto calore ringraziavi chi aveva promosso i successi delle serate della commissione cultura, anche quelle che non riuscivi a seguire ma, di cui godevi vedere la sezione piena di gente contenta di un incontro interessante, difficile o semplicemente piacevole.
E con quanta passione partecipavi al coro, anche quando le canzoni non ti erano troppo familiari, riuscivi comunque a metterci tutta la partecipazione emotiva. Vedere il tuo sforzo nell’interpretare le canzoni era la stessa sensazione del vederti impegnato in un uscita in bicicletta o in una salita in montagna.
Ma quello che ti faceva brillare e contagiavi tutti era quando potevi raccontare l’ultima salita in Grigna, con qualsiasi condizione, anche non incontrando nessuno; i tuoi occhi anticipavano l’entusiasmo delle parole che fotografavano quanto avevi vissuto. E scorrendo le foto delle numerose cime raggiunte il tuo sguardo non era di orgoglio per il successo ma semplicemente gioia, felicità.
E l’orgoglio, quello buono, per il tuo passato di operaio specializzato, per la manualità esperta del produrre con precisione, che ti portava a fare e riparare tutto, unito all’altro orgoglioso affetto per il nipote alla profonda cura e amore per Vera e la vicinanza assidua con il figlio.
C’è sempre un che di retorico nel dire le solite frasi, ci mancherai, senza di te non sarà più come prima, ecc. ecc. sarà anche retorica ma, è vero, tanti amici ci hanno lasciati in questi anni, li ricordi benissimo tutti anche tu, ma entrare in sezione e non trovare più Luciano e Natale, ci obbligherà a rivedere tutti i piani. Ci lasci in un momento difficile, in un momento in cui è anche difficile consolare e consolarci, in cui il distanziamento fisico è diventato profondamente distanziamento sociale. Un momento in cui invece vorremmo tutti abbracciarci e abbracciarti forte.
Dio del cielo, signore delle cime, un nostro amico che cantava disperato “vardè, ma vardè la valle, vardè le contrade” perché vedeva perdersi un mondo per cui aveva sognato e lavorato tutta la vita, è salito alle tue cime, per le tue montagne, ti preghiamo, lascialo andare.
Ciao Luciano
I tuoi amici
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